venerdì 5 settembre 2008

Gelatina di sambuco e more


Rieccomi, quasi due mesi di latitanza lo so. Non vi immaginate cosa sia stata per me quest'estate, quanto sia stata bella e ricca di esperienze e di incontri. Ho volutamente lasciato da parte ogni "dovere", e anche se il blog è gioco e gioia, richiede comunque del tempo che non ho avuto, e che non ho nemmeno voluto spendere. Settembre è sempre stato per me il mese del "si ricomincia", forse perché non ho mai avuto altro status diverso da quello di studentessa, ma quest'abitudine mi piace ed è così che riprendo in mano impegni e lavori. Piano piano condividerò con voi foto e racconti dell'estate trascorsa, ma per farmi perdonare voglio subito  prendervi per la gola! :) Ieri mattina, armata di zaino e scarponi, ho esplorato un piccolo sentiero sotto la nostra casetta; volevo a tutti i costi trovare il sambuco, pianta a cui sono molto affezionata. La stagione dei frutti sta ormai per finire, chiudere nei miei vasetti il calore delle bacche maturati al sole d'agosto mi da l'illusione che l'inverno sarà meno freddo, per cui questa è un'abitudine che mantengo con dedizione. Il sambuco è molto frequente nei ruderi non coltivati e di solito è molto generoso, se la pianta è robusta ed abbastanza anzianotta è carica di frutti. Sono stata fortunata perché il cammino mi ha regalato anche tante more, per cui ho pensato di utilizzarli entrambi per una gelatina, guardate che bel colore.. Ho anche l'occasione di farvi una mini lezione di erboristeria, il sambuco che noi utilizziamo in cucina è il Sambucus nigra, da non confondersi assolutamente col Sambucus ebulus, pianta tossica. A grandi linee i caratteri morfologici distintivi sono questi: il primo ha forma arbustiva o cespugliosa (dipende dall'età), foglie verde scuro ed un tronco legnoso marrone col tipico interno vuoto, le infruttescenze sono a grappolo rivolti verso il basso. Il Sambucus ebulus invece ha uno stelo di consistenza sempre legnosa ma più sottile che rimane colorato di verde chiaro, stesso colore delle foglie. Le infruttescenze sono molto molto simili alle precedenti ma sono rivolte verso l'alto, come un fiore ad ombrella. NON RACCOGLIETE IL SECONDO, è MOLTO VELENOSO. QUESTE SONO ALCUNE INFORMAZIONI PER OCCHI ESPERTI, SE è LA PRIMA VOLTA CHE CERCATE QUESTA PIANTA AFFIDATEVI AD UN LIBRO DI BOTANICA O FATEVI ACCOMPAGNARE DA CHI LA CONOSCE GIà.

N.B.= Questo blog e la sua redattrice non si rendono responsabili dell'errato uso di queste informazioni.
Ingredienti
750 g di succo bacche di sambuco e more in proporzioni variabili (peso della frutta già passata)
400 g di zucchero
1 limone
1 busta di gelificante
Procedimento:
Una volta raccolto le infruttescenze del sambuco e le more, lavatele in acqua corrente per alcuni minuti (questa operazione ci serve per eliminare la polvere e gli insetti). Posizionate tutto in uno scolapasta e con molta pazienza cominciate a staccare ogni singola bacca dal ramoscello rossastro del sambuco; scegliete solo quelle più nere, ben mature e tralasciate quelle verdi, rosse o quelle già secche. 

Eliminate i semi, passando i frutti nel passaverdura. Miscelate lo zucchero al preparato gelificante ed unitelo al succo di sambuco e more. Ponete tutto sul fuoco e portate ad ebollizione per il tempo richiesto nelle istruzioni della bustina, di solito mai più di 5 minuti. Questo metodo può non essere condiviso ma io preferisco aggiungere addensanti NATURALI (agar agar, kuzu, pectina, amido) perché così la frutta bolle di meno e mantiene più proprietà.
Invasate in vasetti sterilizzati, con tappi a vite e ribaltateli fino a che si sono raffreddati.

sabato 12 luglio 2008

BioBiscotti integrali all'olio


L'ambito traguardo è arrivato e 10 giorni dopo sembra già lontanissimo.. SONO LAUREATA IN TECNICHE ERBORISTICHE! Credo che quegli attimi circondata da famiglia e tanti amici abbiano valso l'intero percorso di fascino e fatica, quali sono 26 esami nell'ambito chimico-biologico-farmacologico e botanico. A tutti voi riferisco che la tesi sui frutti dimenticati è VERAMENTE VERAMENTE piaciuta tantissimo alla commissione, tant'è vero che il voto finale, decisamente inaspettato, mi ha fatto luccicare gli occhi!
Un minuto fuori e gli amici mi avevano già trasformata in Madre Natura, folletto dall'abito fiorito, accompagnata in giro per Urbino a dispensare consigli su come salvare il pianeta... quante risate!:) Ho dovuto persino convincere un ignaro automobilista ad accostare e scegliere di muoversi a piedi viste le emissioni di Co2.. 
Il pezzo forte è che la filastrocca con la quale dovevo presentarmi  faceva più o meno così "Sono la Sabry, Madre Natura e sono un mostro di bravura. Oggi mi sono laureata con una tesi sull'insalata!", anche i passanti più austeri alla fine si sconquassavano dalle risate! :)

Ma veniamo alla cucina. Mi sto intrippando un po con l'alimentazione sana e genuina, visto che soffro di sinusite mi è stato consigliato di eliminare i latticini e di non esagerare con i carboidrati, soprattutto quelli raffinati (perchè aumentano la produzione di muco, vabbè quelsto dettaglio romantico potevo risparmiarvelo!). La prima domanda è stata... e con che faccio colazione??? In tutto quello che uso c'è burro e farina bianca bianca, in più d'estate al posto del tè non disdegno uno yogurt alla frutta in cui tuffare cereali e briochine varie.
Da queste considerazioni nascono questi biscotti, all'apparenza un pò secchini, ma appena cotti il risultato mi ha sorpresa; non così stopposi e dal gusto decisamente buono! Affinchè mantengano le caratteristiche urge riporli immediatamente dopo essersi raffreddati nella scatoletta di metallo. La ricetta iniziale dei frollini all'olio l'ho trovata qua e là nella rete ed è di Salvatore De Riso, il noto pasticcere della prova del cuoco. Io ho fatto alcune modifiche per rendere i biscottini Bio al 100%, sostituendo la farina bianca con quella integrale e il latte di mucca col latte di soja. Molto soddisfacente il risultato, provare per credere!

Ingredienti: 
3 uova
200 g di olio extra vergine d'oliva 
500 g di farina integrale
una bacca di vaniglia
50 g di latte di soja
2o0 g di zucchero semolato
farina per la spianatoia (sempre integrale)

Procedimento:
fare una emulsione sbattendo con una frusta (o con robot.. ah, mi hanno regalato il KitchenAid per la laurea.. no comment!!!) i tuorli d’uovo e l'olio extra vergine d’oliva; mettere in frigorifero a riposare in modo che l’emulsione si indurisca.
Mettere nel mixer la farina setacciata (per quanto possibile visto che è integrale), i semi di una bacca di vaniglia, gli albumi, lo zucchero semolato, il latte di soja, l’emulsione di tuorlo e far impastare il tutto per pochi secondi. Far riposare la pasta frolla in frigorifero, quindi stenderla di uno spessore di 5-7 mm e ricavarne dei biscotti di forma rotondeggiante. Cuocere in forno a 180° per 15 minuti.

mercoledì 4 giugno 2008

Roseto di pane aromatico


Ancora pane! Eh sì perché la pasta madre non va in vacanza..:) Nemmeno la mia assenza su questi schermi è data da una vacanza purtroppo, come molti di voi sapranno sto per laurearmi e i tempi stringono, manca meno di un mese.. l'ansia aumenta! Sono anche carica per il traguardo che sto per raggiungere, ma c'è lo sprint finale da fare! Devo ancora consegnare tesi e dare un mezzo esame, quindi per ragioni di cose il postare passa in secondo piano. Ma ora basta lagnarsi e pensiamo al cibo, questo pane l'avevo preparato per un pic-nic in compagnia in una domenica di sole; è stato molto esilarante vedere tante persone avventarsi sulle mie roselline (molto funzionali, da staccare una per una in comodissime monoporzioni senza bisogno di coltello:), la soddisfazione è stata tantissima, ma c'è dell'altro, ho capito e sto capendo sempre di più che cucinare per gli altri e portare gioia sotto forma di un buon piatto in una tavola di amici o in una famiglia è una cosa che mi rende felice. Non solo, è la forma di espressione che mi riesce meglio; non le parole, poco i gesti, se ti voglio bene io ti preparo una torta. Ora è chiaro come il sole. Filosofia a parte..il roseto è composto da quattro gusti: al peperoncino piccante, all'aglio e prezzemolo, alle cipolle di Tropea e al pecorino e pepe. 

Il procedimento è molto semplice, si stacca una pallina d'impasto di pane lievitato, la si stende su un tagliere infarinato, si spennella un filo d'olio sulla strisciolina e si aggiunge l'ingrediente prescelto( aglio e prezzemolo tritato, cipolle a fettine, pecorino a dadini e pepe in polvere, salsa al peperoncino). Dopodiché si arrotola dal lato piccolo facendo attenzione a trattenere il ripieno all'interno. Si otterrà un rotolo che tagliato a metà darà vita a due roselline. Una volta create di tutti i tipi e finito l'impasto, si uniranno semplicemente avvicinandole e alternando i gusti, e daranno così forma a questo unico grande pane, da mangiare rigorosamente in compagnia, o da staccare e congelare in piccole parti, per le giornate estive in cui accendere il forno risulterà un'impresa! Buona settimana.. a presto, spero!

Ingredienti: 
1° impasto
180 ml di acqua tiepida
150 g di pasta madre
300 g di farina

Sciogliete la pasta madre nell'acqua ed aggiungere il resto della farina. Impastate il tutto su un tagliere e lasciate lievitare una notte intera coperto da un canovaccio umido, l'impasto raddoppierà.

2° impasto
300 g di farina
2 cucchiaini di sale fino
1 cucchiaio di olio
1 cucchiaino di zucchero (per eliminare un po' l'acidità della pasta madre)
acqua tiepida q.b.

Impastate il tutto e create le roselline come spiegato sopra. Dopo averle unite ed aver creato un unico grande pane,spennellate con un tuorlo d'uovo sbattuto e lasciatelo lievitare almeno 2 ore coperto da un panno umido in ambiente caldo, (in forno preriscaldato a 50°C e poi spento per esempio). Passato il tempo infornate in forno preriscaldato a 220°C per circa 35 minuti (il fondo deve suonare vuoto), dopo 20 minuti la superficie appuntita delle rose tenderà ad imbrunirsi troppo, se così fosse copritela con della carta stagnola e proseguite la cottura. Buon appetito!